Giovedì 1 Aprile alle 15.00
sul sito www.lasanitachevogliamo.it sarà presentato il libro:
LA SANITÀ CHE VOGLIAMO
Le cure orientate dalle donne
Sandra Morano curatrice del volume ne discute con:
Linda Laura Sabbadini, Direttrice Centrale Istat ChairWoman G20
Anna Tomezzoli, Esecutivo Nazionale Anaao Assomed
Paola Adinolfi, Professoressa Ordinaria di Scienze Economiche e Statistiche, Direttrice Master DAOsan Università di Salerno
Cristiana Collu, Direttrice generale della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma
Carlo Palermo, Segretario Nazionale Anaao Assomed
Anna Rosa Buttarelli, Filosofa
E' stato invitato il ministro della Salute l'Onorevole Roberto Speranza.
La lezione della pandemia, il frenetico agire in funzione di un problema di cui non si conosce la soluzione, ha messo in luce la necessità di un ripensamento globale della Sanità pubblica rispetto alle richieste di salute di oggi. Molti fattori già da tempo, in tutto il mondo, di fatto reclamano una trasformazione dei sistemi di cura nei vari paesi. Tra i più urgenti, comuni a tutti, c'è per esempio la presenza in maggioranza di donne che curano, che sono già la workforce dei prossimi anni. Portando con sé, insieme alle sfide ambientali, per le mutazioni drammatiche del rapporto tra ambiente e salute, tra sviluppo e rispetto della terra, una diversa organizzazione del lavoro, che influenzerà anche la relazione con i luoghi di cura, che ne verranno sperabilmente modificati. Tutto questo reclama fin da ora proposte per una agenda di trasformazione sanitaria in profondità, e pari alla crisi di management in atto.
Nasce da qui il progetto di questo libro, che è insieme denuncia e proposta. La sanità che vogliamo non è una richiesta, è un progetto che idealmente inviamo al Next Generation EU. Mira a cambiamenti strutturali rispettosi di chi il lavoro lo fa, analizzando criticamente gli aspetti deficitari e prospettando realistici percorsi per sostenere le nuove generazioni. La sua forza risiede non solo nella estraneità alle liturgie del potere e nel rivolgersi a tutte le lavoratrici in Sanità, ma anche nella necessaria contaminazione tra discipline attualmente carenti nella formazione, per il bisogno di “umani protocolli” di fronte alla malattia, alla nascita e soprattutto alla morte.
Con questo approccio multidisciplinare e improntato al femminile abbiamo inquadrato in 3 D l'ospedale, la città, il quartiere, i trasporti, il verde, le difficoltà di comunicazione fra i territori (Medicina Generale, consultori, RSA): cioè il governo con cui si dovrebbe ri-costruire la salute del futuro, la prevenzione, l'organizzazione del lavoro, le relazioni.