di Maria Antonietta Filippini, pubblicato su La Gazzetta di Mantova, domenica 4 settembre 2022
La Novità storica, si chiama così la Rete delle Donne di Governo, nata in primavera e che ora si rivolge a tutte le candidate al Parlamento. Un nome che sa di fierezza ed esclude in partenza il vittimismo a favore di un “diamoci da fare, sicure e determinate”. L'idea è nata da Annarosa Buttarelli, la filosofa mantovana che ha dato vita alla Scuola di Alta Formazione Donne di Governo, già attiva in tutta Italia, dopo essere stata tra i fondatori del Festivaletteratura.
Con una lettera, distribuita da candidate ad altre candidate, segretarie di partito, portavoce e coordinatrici, la Rete vuole far ripartire la politica dall'“arte della relazione” per discutere temi di interesse comune, approfondirli con lo studio e i punti di vista di orientamenti politici diversi, per arrivare a proposte da portare avanti fino a centrare l'obiettivo. Lavoro, ambiente, salute, ma non solo. Per ora non vengono specificati, ma un confronto senza pregiudizi, sarebbe davvero una “novità storica” a livello nazionale, mentre a livello locale a volte si realizza.
Nella crisi generale e globale in cui si innestano le prossime elezioni italiane – si legge nella lettera – il problema per le donne, non è tanto ricoprire posti di potere, quanto mostrare come si possano trasformare questi posti, traghettarli fuori dalla tradizione patriarcale.
Le donne, troppo spesso, sembrano un sostegno ai leader maschi. C'è l'eccezione di Giorgia Meloni. Con cui, dopo le elezioni, finito il periodo degli slogan, potrebbe esserci un confronto.
La Rete ha già circa 300 adesioni. Ci sono anche ministre, parlamentari, sindache, assessore. È formata, spiega la lettera, da donne animate “dall'amore per il mondo e che diffondono il valore delle eccellenze femminili, creando un luogo trasversale in cui ciascuna si senta accolta, consigliata e sostenuta nelle numerose occasioni in cui è e sarà necessario praticare la dissidenza, pure rimanendo fedeli alla propria area di collocazione partitica”.
Dissidenti, ma leali. Si può? Lo chiediamo ad Annarosa Buttarelli.
“Si, basta essere determinate e non da sole. In passato si sono formati schieramenti trasversali. Praticare la libertà di pensiero e il confronto sui temi, non stare senza voce ridà interesse alla politica e magari riduce l'astensionismo”.
Arte della relazione, politica basata sul prendersi cura, superando la visione maschile spesso iperliberista, tecnocratica e narcisista… Tanti temi per dire che se il femminismo della differenza è stato importante, ma anche frainteso, molte donne oggi avvertono il bisogno di andare avanti, restando se stesse. Nel gruppo di coordinamento ci sono candidate di Lombardia, Marche, Veneto, Lazio. Fra loro una ginecologa, due avvocate, un'ex parlamentare, una sociologa, una consigliera e un'assessora comunali.
Maria Antonietta Filippini